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“Corre l’obbligo tornare sulla questione della chiusura della stazione ferroviaria, che ha destato la discussione sull’opportunità del provvedimento.
Va necessariamente precisato che la richiesta di limitare l’accesso agli spazi interni della struttura, dalle ore 23 alle 5 del mattino, era stata avanzata dal sindaco Loira oltre un anno e mezzo fa, accogliendo le lagnanze dei pendolari che si trovavano di fronte a situazioni imbarazzanti e al limite della sicurezza già alle 6 del mattino.
Oltretutto, la chiusura non è assolutamente ascrivibile alla manifestazione di Casapound, tenutasi lo scorso 8 novembre: l’avviso ai viaggiatori di Rfi affisso sulle porte di ingresso alla stazione recita chiaramente l’adozione del provvedimento ‘dal 30 ottobre’.
Come rimarcato dal sindaco c’è attenzione da parte del Comune e delle forze dell’ordine, sia nei confronti delle situazioni di disagio sociale che di controllo e contrasto della microcriminalità. Tra i clochard, come dimostrato si nascondono persone violente, con precedenti penali.
Il Comune porta avanti una seria azione in aiuto di chi non ha una casa ed è costretto a ripararsi in un luogo pubblico. In accordo con il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar) sono stati visionati i locali ex Cespi in piazza San Giorgio.
Sono di proprietà del Comune e dislocati su due piani. Stiamo valutando l’opportunità di un intervento di sistemazione. Oltre a locali per gli uffici vi è la volontà di realizzare un centro di prima accoglienza aperto a tutti.
I Servizi sociali del Comune avrebbero un ruolo di capofila. Al piano superiore è possibile realizzare un dormitorio per coloro che hanno la necessità di trascorrere alcune notti al coperto. Un luogo sicuro e pulito, in estrema sintesi, senza dubbio migliore del pavimento di una stazione ferroviaria: l’attenzione è ora rivolta al numero dei posti letto che è possibile ricavare”.